LOVE SHOULDN’T KILL: CONOSCIAMO L’HIV?
DON’T LOSE YOUR LIFE, STAY AWAY FROM HIV
L’AIDS (dall’inglese Acquired Immodeficiency Syndrome o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) è una malattia causata da un virus denominato HIV (Human Immudeficiency Virus, o Virus dell’Immunodeficienza Umana) che attacca e distrugge progressivamente le difese immunitarie. A causa del deficit del sistema immunitario, si verifica una notevole riduzione delle difese del soggetto contro le infezioni che si manifestano in modo sempre più frequente e grave. Il decorso dell’AIDS si compie in due momenti: l’infezione da virus, cioè la sieropositività, e la malattia vera e propria, cioè l’AIDS.
Come si contrae l’HIV?
Il virus HIV non è facilissimo da prendere; basta poco per avere una vita perfettamente soddisfacente senza correre alcun rischio!
Nonostante le informazioni su come prevenire l’infezione da HIV siano ormai note da tempo, c’è ancora tanta confusione. Molti non se ne preoccupano affatto, credendo ancora che l’HIV riguardi solo alcune persone (tossicodipendenti, omosessuali, prostitute), le loro scelte e i loro stili di vita. Altri ne sono terrorizzati in modo eccessivo e ingiustificato. In entrambi i casi la percezione del rischio è condizionata da stereotipi e pregiudizi diffusi e radicati che portano a rimuovere il problema o a ingigantirlo.
La modalità di trasmissione più frequente è attraverso i rapporti sessuali non protetti con persone che hanno già contratto il virus HIV. Sia uomini che donne possono essere la fonte di infezione dell’ HIV. Il virus dell’ HIV è presente nei liquidi biologici (sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali, latte materno) di una persona sieropositiva. Il virus presente in questi fluidi può passare attraverso microlesioni degli organi genitali, dell’ano, della bocca oppure attraverso lacerazioni della pelle, attraverso alcune mucose (occhi, parte interna del naso) raggiungendo così il flusso sanguigno di un’altra persona, infettandola a sua volta. La probabilità di contrarre l’infezione attraverso rapporti sessuali è di circa 1 ogni 500 rapporti.
Sembra qualcosa di relativamente improbabile, eppure bisogna tener presente che l’infezione si può contrarre anche attraverso un solo rapporto sessuale.
Il tipo di rapporto sessuale può influenzare la probabilità di infettarsi: ad esempio quelli più violenti, che comportino anche piccole lacerazioni delle mucose, come i rapporti per via anale, sono maggiormente a rischio. Oggi in Italia i rapporti sessuali non protetti dal preservativo sono la principale via di trasmissione dell’HIV.
L’infezione si può acquisire anche per via endovenosa, condividendo gli stessi aghi per l’iniezione di sostanze, oppure attraverso trasfusioni di sangue infetto, e suoi emoderivati. Molte persone sono rimaste contagiate, nei primi anni dell’epidemia, attraverso trasfusioni di sangue infetto, poiché non erano disponibili test in grado di svelare la presenza del virus. Oggi, con la messa a punto di test sempre più sensibili, il rischio di contrarre il virus attraverso una trasfusione di sangue è ridottissimo. Un tipo particolare di microtrasfusione è quella che avviene quando ci si serve di una siringa appena usata da una persona portatrice del virus. È questo il motivo che ha portato molti tossicodipendenti che usano droghe per via endovenosa a contrarre l’infezione.
Un altro modo in cui il virus HIV si può trasmettere è dalla madre sieropositiva al figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. In realtà, oggi l’impiego della terapia e di accorgimenti opportuni permette di ridurre al minimo il rischio di trasmissione da madre a figlio (o, come si chiama, trasmissione verticale). Il test HIV è in Italia di prassi eseguito, previo consenso, a tutte le donne in gravidanza. Nel caso di diagnosi di sieropositività, è previsto il ricorso tempestivo alla terapia antiretrovirale per abbattere la carica virale (cioè la quantità di virus circolante nell’organismo) della madre; questo è un primo passo che rende più improbabile che il virus venga trasmesso al nascituro.
L’ HIV non si acquisisce toccando, abbracciando o baciando una persona sieropositiva; utilizzando o condividendo con lei le stesse tazze, bicchieri, piatti e posate o il telefono; andando in luoghi come piscine o bagni pubblici; attraverso punture di insetto. Il virus dell’HIV non si trova nell’aria o negli alimenti, e fuori dal corpo sopravvive per pochissimo tempo. Attualmente è molto improbabile acquisire l’HIV attraverso trasfusioni di sangue poiché vengono applicati criteri di controllo molto severi.
Posso contrarre l’HIV baciando a bocca aperta?
Il bacio a bocca aperta teoricamente è considerato una attività a rischio molto basso di infezione. Questo perché un bacio a bocca aperta prolungato sempre teoricamente, se particolarmente aggressivo, può creare delle piccole lesioni sulle labbra o nella bocca, permettendo così al virus di passare da una persona infetta all’altra. In pratica, sia il bacio a bocca aperta sia il bacio profondo non sono considerati comportamenti a rischio né di acquisire né di trasmettere l’HIV.
Posso contrarre l’HIV facendo sesso orale?
Sì, è possibile essere infettati con l’HIV praticando sesso orale se si viene a contatto con i fluidi organici, liquido seminale e secrezioni vaginali, che possono contenere il virus. Questo rischio è inferiore rispetto all’avere un rapporto anale o vaginale non protetto.
La stimolazione orale del pene (fellatio) è considerata a basso rischio se non c’è contatto tra lo sperma e le mucose della bocca. Nel caso in cui ci sia il contatto, il rischio riguarda la persona che pratica la fellatio. L’uso del preservativo esclude il contatto tra lo sperma e le mucose: qualora si decida di non utilizzare il preservativo, bisogna evitare l’eiaculazione in bocca.
Non c’è invece nessun rischio per la persona che riceve la stimolazione.
La stimolazione orale della vagina (cunnilungus), è un comportamento considerato a basso rischio perché le secrezioni vaginali contengono una ridotta quantità di virus. Il rischio aumenta durante il ciclo mestruale. Anche in questo caso il rischio riguarda la persona che pratica il cunnilingus mentre non c’è invece nessun rischio legato all’HIV per la persona che riceve il cunnilingus.
Nei rapporti bocca-vagina, la funzione del preservativo può essere svolta dal dental dam una pellicola in lattice adatta a queste pratiche, in mancanza di questa potete utilizzare una normale pellicola trasparente per alimenti.
Posso contrarre l’HIV facendo sesso vaginale?
Sì. Questo è il modo di trasmissione dell’HIV piú frequente. Durante il rapporto sessuale si possono creare microlesioni che facilitano il passaggio del virus da un fluido (liquido biologico) al flusso sanguigno. E’ anche possibile il diretto assorbimento dell’HIV attraverso la mucosa vaginale, così come negli uomini il virus può penetrare attraverso l’uretra.
Posso contrarre l’HIV attraverso un rapporto anale?
Sì. La mucosa anale è delicata e soggetta a lesioni, inoltre nel rapporto anale vi è meno lubrificazione, quindi maggior possibilità di frizione e conseguenti microtraumi. In genere la persona che riceve il liquido seminale ha un rischio maggiore di contrarre l’infezione, ma anche l’altro partner è comunque a rischio di infezione in quanto il virus può penetrare attraverso l’uretra o attraverso microlesioni sul pene. Avere un rapporto anale senza profilattico è considerato un comportamento ad alto rischio. Il preservativo, usato correttamente, dall’inizio del rapporto e con un lubrificante adatto, protegge.
Ricordati che l’HIV è un virus a trasmissione sessuale e dunque riguarda chiunque abbia una vita sessuale attiva: l’Hiv può trasmettersi attraverso un rapporto sessuale, indipendentemente dal fatto che il rapporto avvenga tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, all’interno di una coppia stabile o di un rapporto occasionale. D’altra parte, è sufficiente rispettare poche e semplici regole per proteggersi dall’infezione
Le regole del Safer Sex (Sesso più Sicuro):
– nei rapporti sessuali penetrativi utilizza sempre il preservativo;
– nel praticare la fellatio (stimolazione orale del pene) usa il preservativo o evita di ricevere sperma in bocca;
– nel praticare il cunnilingus (stimolazione orale dei genitali femminili) evita il contatto con il sangue mestruale.
Pratica il Safer Sex se vivi un’avventura, ma anche all’inizio di un nuovo rapporto. La persona con cui oggi hai una relazione ha una storia alle spalle, ha vissuto rapporti di coppia e avventure con altre donne e altri uomini, ciascuno con una propria storia. Potrebbe avere l’HIV e potrebbe anche non esserne consapevole.
• Coccole, baci, carezze in libertà: abbracciarsi, baciarsi, accarezzarsi, masturbarsi (anche reciprocamente) non presenta alcun rischio di trasmettere l’HIV; l’unica regola da seguire è di non fare entrare in contatto le secrezioni genitali (sperma o secrezione vaginale) di una persona con le mucose dell’altro
• Rapporti penetrativi solo con il preservativo. Se si ha un rapporto sessuale penetrativo (sia una penetrazione anale tra due uomini o una penetrazione anale o vaginale tra un uomo e una donna) è necessario che l’uomo che penetra indossi il preservativo sin dall’inizio del rapporto. Il preservativo deve essere indossato correttamente (srotolandolo fino alla base del pene facendo attenzione a non danneggiarlo con unghie, anelli, denti, ecc.) ed è bene usare anche un lubrificante adatto all’uso con il profilattico.
• Rapporti orali senza secrezioni genitali in bocca. Chi effettua una fellatio (pompino) a un uomo senza usare il preservativo corre un rischio minimo purché stacchi la bocca prima dell’orgasmo: la secrezione che può fuoriuscire prima dell’orgasmo, infatti, sembra non essere in grado di trasmettere il virus, anche se su questo non ci sono dati definitivi; se invece lo sperma viene eiaculato in bocca, il rischio di trasmissione aumenta notevolmente.Il rapporto orale praticato a una donna (cunnilingus) sembra essere a rischio ma anche su questo non c’è una prova certa; sicuramente il rischio aumenta se la donna a cui è praticato il cunnilingus è in periodo mestruale. Chi invece si fa praticare la stimolazione orale (l’uomo al quale viene fatta la fellatio o la donna che viene stimolata con la bocca dal/dalla partner) non corre nessun rischio.
• Uso dei “sex toys” solo in condizioni di igiene. Se si usano giocattoli erotici per la penetrazione, come vibratori o falli di gomma, è necessario che siano assolutamente puliti; se questi vengono usati su più persone, è necessario che siano protetti da un preservativo nuovo ogni volta che vengono impiegati su una persona diversa.
• Sesso con una persona sieropositiva. Le regole qui esposte riducono drasticamente ogni rischio che si può correre facendo sesso con una persona che ha l’HIV. Inoltre, se questa persona sta seguendo una efficace terapia antiretrovirale e quindi ha una carica virale (cioè la quantità di virus circolante nel sangue) non rilevabile da almeno sei mesi e non ha altre malattie a trasmissione sessuale (gonorrea, sifilide, ecc.), il rischio si riduce ancora di più tanto che il sesso in queste condizioni si può considerare sicuro.
L’uso di sostanze stupefacenti riduce la possibilità di avere il controllo delle proprie azioni e di reagire correttamente a ciò che ci accade; per questo, sotto l’effetto di stupefacenti di qualunque tipo è più facile avere comportamenti che implichino il rischio di trasmissione dell’HIV. Ci sono poi alcune modalità di consumo delle droghe che possono costituire un rischio di per sé: iniettarsi sostanze con una siringa che è già stata usata da un’altra persona di cui non si sa per certo che è sieronegativa presenta un elevato rischio di trasmissione di virus come l’HIV e il virus dell’epatite C.
Come posso sapere se ho l’HIV?
L’infezione da Hiv non può essere diagnosticata attraverso i sintomi né attraverso le comuni analisi del sangue.
L’unico modo per sapere se si è HIV positivi è fare il “test HIV”. Se si ritiene di avere vissuto una situazione di rischio è necessario ed importante fare il test. Se si hanno spesso situazioni a rischio, ad esempio se si hanno abitualmente diversi partner sessuali o se si fa spesso uso con altri di droghe per via iniettiva è buona norma effettuare il test HIV regolarmente, almeno una volta all’anno o una volta ogni sei mesi.
Questo test si fa prelevando un piccolo campione di sangue ed il risultato è disponibile dopo alcuni giorni.
Il test si può effettuare in modo volontario, anonimo e gratuito
Molti centri per il test offrono la possibilità di parlare con un operatore che saprà valutare la singola situazione e dare consigli specifici su come evitare di esporsi al rischio e come fare per essere certi di non aver contratto l’infezione da HIV. Molte persone possono sentirsi a disagio a parlare della propria vita sessuale in queste circostanze, ma è essenziale capire che questo può essere un momento utile per ricevere informazioni importantissime per la propria salute. Si tratta di colloqui di breve durata con personale esperto che dovrebbero essere previsti da tutti i centri pubblici che effettuano il test, sia prima del prelievo che al momento della comunicazione dei risultati. I colloqui sono finalizzati a valutare se è stato realmente corso un rischio di infezione, informare correttamente sui comportamenti sicuri, sostenere la persona risultata eventualmente positiva all’HIV e informarla di tutte le opportunità sociali e sanitarie di cui potrà avvalersi.
Se hai deciso di effettuare il test, cogli questa occasione per chiedere tutte le informazioni di cui hai bisogno
Nessuno può essere sottoposto al test senza consenso, se non per motivi di necessità clinica e nei suoi interessi. Il test è volontario e, perché venga eseguito, è necessario il tuo consenso esplicito ed informato. La decisione di fare il test è solo tua: prendi il tempo che ti occorre per affrontarlo serenamente. Tieni presente che una diagnosi precoce potrebbe consentirti migliori opportunità terapeutiche.
L’esito del test deve essere consegnato esclusivamente alla persona che lo ha effettuato e la comunicazione non dovrebbe avvenire mai per lettera o per telefono.
Esiste un test rapido?
L’autotest in vendita nelle farmacie presenta l’indubbio vantaggio della riservatezza assoluta: si compra, si può eseguire quando e dove si vuole, non c’è necessità di interfacciarsi con alcun operatore.
Ma il vantaggio può in alcuni casi diventare uno svantaggio: il contatto con l’operatore serve anche a fare il punto sull’eventuale rischio corso (o non corso: sono molte le persone che, per disinformazione, ritengono a rischio comportamenti che invece non lo sono), oltre che a “gestire” l’eventuale risultato positivo.
È bene che chi esegue l’autotest sia consapevole che in caso di risultato positivo non bisogna assolutamente perdere la calma e pensare di essere condannati. Innanzitutto, l’eventuale risultato positivo va confermato con un test presso una struttura pubblica; poi, con il virus HIV oggi si può convivere tranquillamente, a patto di fare regolarmente le terapie e i controlli (che di solito, una volta “normalizzata” la situazione, sono semestrali), quindi niente panico!
Dopo quanto tempo da un evento a rischio posso fare il test?
Il test non è in grado di rilevare l’infezione nei giorni immediatamente successivi al contagio.
Per ottenere un risultato attendibile è necessario che dall’ultimo comportamento a rischio trascorra un periodo di tempo (detto Periodo Finestra), variabile a seconda del tipo di test. Per essere sicuri di non avere contratto l’infezione, è necessario che il test sia stato effettuato almeno 4 settimane dopo l’evento a rischio. Il risultato negativo di un test eseguito prima di questo periodo (detto periodo finestra, durante il quale anche se ci fosse l’infezione potrebbe non essere rilevata da tutti i test) non viene considerato definitivo e il test va comunque ripetuto.
A che serve fare il test?
Innanzitutto chi sa di avere l’HIV può curarsi. La terapia purtroppo non può “guarire” l’infezione ma può evitare di fare insorgere problemi seri di salute e permettere di svolgere una vita perfettamente normale. Alcuni non vogliono effettuare il test perché pensano che una diagnosi di sieropositività sia una specie di condanna a morte: non è così! Vivere con l’HIV si può, ed è persino possibile vivere bene con il virus, basta “tenerlo a bada” con le terapie da subito, evitando che compia danni seri al nostro sistema immunitario.
In secondo luogo, sapere di avere l’HIV può aiutare a evitare di trasmetterlo ad altri: subito dopo essere stati infettati con l’HIV, il virus si moltiplica rapidamente in maniera esponenziale per diverse settimane; in questo periodo la probabilità di trasmettere l’infezione se si hanno comportamenti a rischio è molto più alta del normale. Quindi se si ha un comportamento a rischio, è bene porre la massima attenzione a non averne ancora prima di avere il risultato del test.
Cosa devo fare se il mio test risulta positivo?
Una delle prime cose che dovresti fare dopo aver ricevuto un esito positivo è quella di recarti in un Centro Clinico con un reparto di Malattie Infettive, per una prima visita specialistica. Le persone con HIV sia sintomatiche che asintomatiche vengono seguite interamente a livello ambulatoriale ospedaliero sia per quanto riguarda gli esami diagnostici che le infezioni opportunistiche e la eventuale terapia antiretrovirale. Questa patologia ti dà diritto ad avere una esenzione totale dal ticket che ti permetterà di eseguire, gratuitamente, tutti i controlli e gli esami diagnostici riconducibili ad essa.
Se il mio test risulta positivo lo devo comunicare ?
Le informazioni relative alla salute di una persona sono considerate “sensibili” in termini di tutela della privacy: chi vive con l’HIV, quindi, ha il diritto di decidere liberamente con chi parlare della propria condizione, finché non mette nessuno a rischio di trasmissione. Ad esempio, nessuno è obbligato a dirlo sul luogo di lavoro, a meno che la sua professione non lo metta in condizioni di potenzialmente trasmettere il virus a qualcun altro.
Devi sapere che non hai nessun vincolo legale che ti obblighi a comunicare la tua sieropositività ad altre persone (datore e colleghi di lavoro, autorità, medici).
La legge italiana attraverso la Legge 135/90,tutela inoltre il diritto alla riservatezza dei dati personali, cioè il diritto di ogni persona a non vedere diffuse informazioni che la riguardano. In particolare, medici e operatori sanitari, notai, avvocati, consulenti tecnici e operatori dei SerT sono tenuti ad osservare il segreto professionale anche verso i tuoi familiari.
Può capitare di desiderare di fare sesso con una persona alla quale non ci sente pronti a dire “Io ho l’HIV”. Occorre essere consapevoli che la legge prevede che se una persona che sa di avere l’HIV ha un rapporto non protetto con qualcuno a cui non dice della propria condizione di sieropositività, rischia di essere incriminato per lesioni (nel caso in cui trasmetta l’infezione al partner) o di tentate lesioni (se la trasmissione dell’infezione non avviene). Per questo, ma anche e soprattutto per non mettere a rischio la salute di nessuno, se non si vuole comunicare alla persona con cui si sta per fare sesso il proprio stato e se questa non fa il primo passo per ricorrere all’uso del preservativo o per impiegare tutte gli altri accorgimenti, è bene che sia chi sa di avere l’HIV a suggerire questi comportamenti o a pretenderne l’uso se il/la partner dovesse rifiutarsi.
Se il mio test per l’HIV è negativo, vuol dire che anche il mio partner o la mia patner è HIV è negativo?
No. Il test HIV rivela lo stato attuale solo della persona che ha effettuato il test. Il virus dell’ HIV non viene necessariamente trasmesso ogni volta che c’è una esposizione, quindi non da alcuna informazione in merito al partner.